Short-story

di Andrea Batilla

Osserva l’acqua verde scuro, densa e perfettamente immobile del lago. La superficie è punteggiata di Hydrocharis, con larghe foglie piatte e rotonde riunite in gruppi che formano tappeti dalle strane forme, da cui ogni tanto spuntano piccoli fiori bianchi. Sui bordi si aggrappano Alisme d’Acqua dalle foglie lanceolate verde smeraldo e grandi fasci di canne che stanno immobili come tutto il resto. Il cielo opaco accentua di sfumature violacee i colori del grande bacino che ha confini vicini, visibili ma in qualche modo irraggiungibili.
È un tardo pomeriggio di fine Settembre e la natura intorno sta per ritirarsi in un lungo riposo vegetativo da cui le piante d’acqua sono immuni. Continueranno a trovare il loro nutrimento sospeso in quel liquido limaccioso ma incredibilmente pieno di vita, non la smetteranno di galleggiare in mezzo a lievi increspature torbide e se anche venti e piogge forti le solleciteranno al movimento, semplicemente scivoleranno di qualche metro a destra o a sinistra e poi si fermeranno di nuovo.
Il lago è esattamente come lo aveva lasciato qualche anno prima. Jade chiude la porta della sua Alfa Romeo Montreal, una coupé verde smeraldo comprata da suo padre nel ’72 e che lei ha fatto rimettere in sesto da poco. Sotto il cofano c’è un ruggente motore da 200 cavalli che usa solo sulle autostrade tedesche, lunghe e diritte, quando decide di andare a trovare sua sorella a Friburgo. Su quelle strade non ci sono limiti di velocità ma quasi nessuno, tranne lei, corre così forte.
Si siede su una panchina di legno proprio di fronte allo specchio d’acqua e si accende una sigaretta. L’aria è ancora piacevole anche se il sole è oscurato dalle nuvole e il fondo melmoso del lago sa di sabbia bagnata e radici che lentamente marciscono. Nella tasca del suo impermeabile il telefono vibra. Jade lo raggiunge con la mano e vede sullo schermo blu elettrico scintillare il nome Klein.
Jade preme un punto dello schermo che da blu intenso diventa nero. Si alza in piedi e scaglia il telefono lontano, dentro l’acqua del lago che per un momento forma una serie di cerchi concentrici e poi torna immobile come prima.
Dall’altra tasca estrae un piccolo quaderno. È ancora nella plastica. Jade la rompe e osserva la copertina in cartoncino rigido con uno strano disegno animalier colorato.
Apre le pagine, bianche, pulite, attraversate da sottili righe orizzontali. Lo richiude.
Si accende un’altra sigaretta e ricorda che in macchina ha una vecchia penna, di quelle che si regalavano come gadget ai clienti molto tempo fa. È verde e sopra c’è scritto Acciaierie Klein in un blu intenso. Fastidiosamente intenso.
Da piccola le piaceva perdersi dentro i giganteschi hangar subito fuori città in cui aveva imparato tutti gli stadi della lavorazione dell’acciaio. C’era il gigantesco altoforno da cui usciva la ghisa che veniva poi trasformata in acciaio e poi in bramme, blumi, billette, rotaie, profilati e lamiere. Tutti gli operai avevano tute blu con il logo delle acciaierie stampato sulla schiena. Nessuno di loro le era mai sembrato felice.
Era rimasta a lungo dentro quel mondo inerte, sempre uguale, come l’acqua del lago di fronte a lei in cui fino a poco tempo prima le piaceva nuotare attraversando le piante che galleggiavano e le si attaccavano alla pelle. Qualcosa, in quel paesaggio stagnante, la rassicurava, le impediva di pensare, la aiutava a mantenere un fragile baricentro.
Jade accende il motore. Va in retromarcia verso la strada non asfaltata, poi ingrana la prima. Le gomme stridono e il V8 dell’Alfa-Romeo prende a correre rombando, come se trovasse gioia nel farlo. Vicino a lei, sul sedile di pelle, c’è il piccolo quaderno con la copertina animalier e la penna di plastica delle Acciaierie Klein.
Jade, con una grafia frettolosa, ha scritto sulla prima pagina una data: 13 Marzo 1978.
È la data della sua nascita e l’inizio della sua voglia di raccontare la sua vita.

Andrea Batilla

Nel corso della sua carriera professionale Andrea Batilla ha collaborato come designer e ricercatore tessile per alcuni tra i più importanti marchi del Made in Italy come Romeo Gigli, Trussardi, Aspesi, Cerruti, Les Copains, Bottega Veneta.
È stato per cinque anni direttore della scuola di moda dell’Istituto Europeo di Design di Milano stabilendo uno stretto rapporto di collaborazione con Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia. In quel periodo ha creato la Piattaforma Sistema Formativo Moda, prima associazione italiana delle scuole di moda.

Dal 2009 al 2015 è stato co-direttore del semestrale PIZZA e del magazine online pizzadigitale.it. Nel 2017 ha scritto la sceneggiatura e seguito la produzione del documentario MARCELO BURLON – UNINVITED per la regia di Mattia Colombo.
Nel 2019 ha scritto INSTANT MODA per l’editore Gribaudo, una storia della moda a carattere divulgativo dalla Rivoluzione Francese ad oggi.
Nel 2021 ha pubblicato L’Alfabeto della Moda per Gribaudo, un’analisi delle dinamiche della moda contemporanea. Nel 2023 ha pubblicato Come Ti Vesti per Mondadori, un saggio sul significato storico e culturale del modo di vestire occidentale.

Si occupa di consulenza strategica per aziende del lusso per marchi internazionali. È investment consultant per il gruppo Mayhoola. Ha un profilo Instagram con più di 80.000 followers in cui si occupa di divulgazione e critica di moda.
Ha scritto per Domani, Dust Magazine, Il Corriere della Sera, Il Post.